3. LA
CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO
LA PREPARAZIONE
28. Poiché il Matrimonio è ordinato alla crescita e
alla santificazione del popolo di Dio, la sua
celebrazione ha un carattere comunitario che consiglia la partecipazione anche della comunità parrocchiale, almeno attraverso alcuni
dei suoi membri.
Facendo attenzione alle consuetudini locali, se lo si ritiene
opportuno, possono essere celebrati
contemporaneamente più matrimoni e la celebrazione del
sacramento può svolgersi durante l'assemblea domenicale.
29. La celebrazione stessa del Matrimonio deve essere preparata con cura, per
quanto è possibile, insieme con i fidanzati. Il Matrimonio si celebri
abitualmente durante la Messa.
Il parroco, tuttavia, tenute presenti sia le necessità della
cura pastorale, sia le modalità di partecipazione degli sposi e degli
invitati alla vita della Chiesa, giudichi se sia meglio proporre la
celebrazione del Matrimonio
durante la Messa o nella celebrazione della Parola.
Secondo l'opportunità, si
scelgano insieme con gli stessi fidanzati le letture
della Sacra Scrittura che saranno commentate nell'omelia; e inoltre si
scelga la forma con cui esprimere il consenso, i formulari per la
benedizione degli anelli, per la benedizione nuziale, per le
intenzioni della preghiera universale, ossia dei fedeli, e i canti. Si
faccia inoltre attenzione alle varianti previste
nel rito e anche alle consuetudini locali che si possono opportunamente
accogliere.
30. I canti da eseguire siano adatti al
rito del Matrimonio ed esprimano la fede
della Chiesa, in modo particolare si dia importanza al canto del salmo responsoriale
nella liturgia della Parola.
Quello che è detto dei canti vale
anche riguardo alla scelta di tutto il programma
musicale.
31. Conviene
che il carattere festivo della celebrazione del Matrimonio si esprima in
modo adeguato anche nell'ornamento della chiesa.
Gli Ordinari del luogo vigilino
perché, tranne gli onori dovuti, nel rispetto delle leggi liturgiche, alle autorità civili, non ci siano
distinzioni di persone
private o di condizioni sociali.
32. Se il Matrimonio è celebrato in un
giorno che ha caratteristiche penitenziali,
specialmente in tempo di Quaresima, il parroco informi gli sposi perché
tengano conto della particolare natura di quel giorno.
Il Venerdì Santo e il Sabato Santo si eviti in modo assoluto la
celebrazione del Matrimonio.
SCELTA DEL RITO
33. Nella celebrazione del Matrimonio durante la Messa,
si usi il rito descritto
nel capitolo primo.
Quando invece viene usato il
"Rito del Matrimonio nella celebrazione della
Parola", si osservi quanto stabilito al capitolo secondo.
34. Ogni
volta che si celebra il Matrimonio durante la Messa, si usa, con i
paramenti di colore bianco o festivo, la Messa rituale "per gli
sposi". Quando però ricorrono i giorni indicati nei nn. 1-4 della
tabella dei giorni liturgici, si celebra la Messa del giorno con le
letture proprie, conservando in essa la
benedizione nuziale e, secondo l'opportunità, la formula propria della benedizione finale.
Se, nel tempo di Natale o
"durante l’anno", si celebra il Matrimonio di domenica nella
Messa a cui partecipa la comunità parrocchiale, i testi della Messa sono quelli della domenica.
Tuttavia, poiché la liturgia
della Parola, convenientemente adattata alla
celebrazione del Matrimonio, ha una grande efficacia nella catechesi sul
sacramento e sui doveri degli
sposi, quando non è consentita la "Messa per gli
sposi", una delle letture può essere scelta tra quelle previste
per la celebrazione del Matrimonio.
35. Si mettano in evidenza i principali elementi della
celebrazione del matrimonio, e precisamente: la
liturgia della Parola, nella quale si esprime l'importanza
del Matrimonio cristiano nella storia della salvezza e i suoi compiti
e doveri nel promuovere la santificazione dei coniugi e dei figli; il consenso
degli sposi, richiesto e accolto da colui che assiste; la solenne e
veneranda preghiera con cui si invoca la benedizione di Dio sopra la
sposa e lo sposo; e infine la comunione eucaristica di entrambi
gli sposi e dei presenti, con la quale in particolare è nutrito il loro amore, ed essi sono elevati
alla unione con il Signore e
con il prossimo.
36. Se il Matrimonio avviene tra
una parte cattolica e una parte battezzata non
cattolica, si deve usare il rito della celebrazione del Matrimonio nella
liturgia della Parola (nn. 96-146); se la circostanza lo
richiede, e con il consenso dell'Ordinario del luogo, si può usare il
rito del Matrimonio durante la Messa
(nn, 45-95); quanto ad ammettere la parte non cattolica alla comunione
eucaristica, si osservino le norme stabilite per i vari casi. Se il
Matrimonio avviene tra una
parte cattolica e una parte catecumena o non cristiana,
si usi il rito che appresso (nn. 147-170) è indicato, tenendo conto
delle varianti previste per
le diverse situazioni.
37. Anche se
i pastori sono ministri del Vangelo di Cristo per tutti, abbiano
tuttavia una speciale premura verso coloro che, sia cattolici sia non
cattolici, mai o quasi mai partecipano alla celebrazione
dell'Eucaristia.
Questa norma pastorale vale in primo
luogo per gli sposi stessi.
38. Se il Matrimonio si celebra
nell'Eucaristia, oltre il necessario occorrente per la celebrazione della Messa, si preparino in presbiterio il
Rituale Romano e gli anelli
per gli sposi.
Si preparino inoltre, secondo l'opportunità, un vaso con l'acqua
benedetta, l'aspersorio e un calice
di sufficiente grandezza per la comunione sotto le
due specie.
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