Sul significato di ......  Maràn athà  - Marana tha

   

Traduzioni dall'aramaico all'italiano e viceversa.

Maràn athà

Il Signore viene

 

Vieni, Signore Gesù!

Marana tha

  
 

Estratti dal:

PICCOLO DIZIONARIO BIBLICO

 

di Heinz Obermayer, Kurt Speidel, Klaus Vogt, Gerhard Zieler

Edizione Italiana a cura di Antonino Minissale

Introduzione di Gianfranco Ravasi

Supplemento a JESUS  - anno XX - marzo 1998
 

 

sul significato di: 

 
Maràn athà   e  Marana tha

 

Maràn athà (aramaico = Il Signore nostro viene; si può leggere anche marana tha = Signore nostro, vieni!) .

Forse si intendevano ambedue i significati, quando si diceva maràn athà. 
 

Nel Nuovo Testamento, questa formula si trova (non tradotta) in 1 Cor 16,22 e (tradotta) forse in Ap 22,20.
 

 


Dalla
Prima lettera ai Corinzi di San Paolo apostolo

1 Cor 16,22

 

[21] Il saluto è di mia mano, di Paolo. [22] Se qualcuno non ama il Signore sia anàtema. Marana tha: vieni, o Signore! [23] La grazia del Signore Gesù sia con voi. [24] Il mio amore con tutti voi in Cristo Gesù! 
 

  


Dall'
Apocalisse di Giovanni evangelista

Ap 22,20

 

[20] Colui che attesta queste cose dice: «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. [21] La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!
 


 


note sull' Aramaico

 

Aramaico — Lingua semitica nord-occidentale, strettamente apparentata con l’ebraismo ed il punico, originalmente il dialetto semitico degli aramei. Dopo la caduta degli stati aramei, l’aramaico diventa lingua commerciale e diplomatica, nel periodo neobabilonese in genere la lingua dell’Oriente Anteriore. 

Lingua del popolo in Palestina dal ritorno dell’esilio fino al periodo cristiano, lingua madre di Gesù. 

Parti dell’AT sono scritte in aramaico (Dn 2,4-7,28; Esd 4,8-6.18; 7,12-26). Nel NT si trovano espressioni aramaiche (Mc 5,41; 7,34; 14,36; 15,34; 1 Cor 16,22). E' controverso se i Vangeli derivano da una fonte (Vorlage) aramaica. 

Con la diffusione dell’islam l’aramaico, a partire dal sec.
VIII, viene sostituito dall’arabo. Oggi è ancora parlato in alcuni villaggi dell’Iraq (presso Mosul) e della Siria (p. es. nell’Antilibano). 

La scrittura quadrata usata attualmente nell’ebreo e che sostituì l’antico alfabeto ebreo è di origine aramaica.

 

  

  www.maranatha.it

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