==
.
CONFERENZA
EPISCOPALE
ITALIANA
Prot. N. 1408/01
Questa versione italiana del «De exorcismis et supplicationibus
quibusdam» è stata approvata secondo le delibere dell'Episcopato e ha
ricevuto la conferma della Congregazione per il Culto divino e la
Disciplina dei Sacramenti, con decreto Prot. N. 1499/01/L del 21
settembre 2001.
La presente edizione deve essere considerata «tipica» per la lingua
italiana, ufficiale per l'uso liturgico.
Questi nuovi testi del «Rito degli esorcismi e preghiere per
circostanze particolari» si potranno adoperare appena pubblicati;
diventeranno obbligatori dal 31 marzo 2002, Pasqua di Risurrezione.
Roma, 25 novembre 2001
Solennità di N.S. Gesù Cristo, Re dell'universo
+ CAMILLO CARD. RUINI
Vicario Generale di Sua Santità
per la Diocesi di Roma
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
°
CONGREGATIO DE
CULTU
DIVINO
ET
DISCIPLINA
SACRAMENTORUM
Prot. n. 1499/01/L
ITALIÆ
Instante Eminentissimo Domino
Camillo Card. Ruini, Vicario Generali pro Urbe eiusque districto, Coetus
Episcoporum Italiae Praeside, litteris 19 iulii 2001 datis, vigore
facultatum huic Congregationi a Summo Pontifice IOANNE PAULO II
tributarum, interpretationem italicam partis Ritualis Romani cuius
titulus est De exorcismis et supplicationibus quibusdam, prout in
adiecto exstat exemplari, libenter confirmamus.
In textu imprimendo inseratur ex integro hoc Decretum, quo ab Apostolica
Sede petita confirmatio conceditur.
Eiusdem insuper textus impressi
duo exemplaria ad hanc Congregationem transmittantur.
Contrariis quibuslibet minime
obstantibus.
Ex aedibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, die 21 septembris 2001.
GEORGIUS
A.
CARD. MEDINA
ESTÉVEZ
Praefectus
+ FRANCISCUS
PIUS
TAMBURRINO
Archiepiscopus a Secretis
*
CONFERENZA
EPISCOPALE ITALIANA
PRESENTAZIONE
1. La Conferenza Episcopale
Italiana, pubblicando il «Rito degli esorcismi», traduzione integrale
del De exorcismis et supplicationibus quibusdam, promulgato con
decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti il 22 novembre 1998, è consapevole di offrire ai pastori
d'anime e, in particolare, agli esorcisti un libro liturgico che
nell'attuale situazione del nostro Paese risponde ad un'avvertita
esigenza.
IL CONTESTO CULTURALE E RELIGIOSO ITALIANO
2.
Il nuovo «Rito degli esorcismi»
vede la luce in una situazione culturale segnata da una larga diffusione
di pratiche cultuali deviate o apertamente superstiziose.
La carenza in molte persone di un'incisiva esperienza di fede e di
solide convinzioni religiose, la perdita di alcuni importanti valori
cristiani e l'oscurarsi del senso profondo della vita concorrono a
creare un clima di incertezza e di precarietà, il quale a sua volta
favorisce il ricorso a forme di divinazione, a pratiche religiose venate
di superstizione, a espressioni rituali di magia e talora perfino a riti
estremamente aberranti, come quelli del culto a Satana.
3. Dall'esperienza pastorale
risulta che, in alcuni ambienti, la superstizione e la magia convivono
con il progresso scientifico e tecnologico; la cosa non sorprende più
di tanto se si considera che la scienza e la tecnica non sono in grado
di dare risposte ai problemi ultimi dell' esistenza, non essendo
competenti sui fini, ma solo sui mezzi. Anzi non è escluso che
l'efficienza scientifica e tecnica, stimolando la bramosia di successo,
possa in certi casi predisporre l'animo alla ricerca dell' efficienza
magica, conferire alle pratiche superstiziose una patina di scientificità
e di rispettabilità, suggerendo collegamenti con la medicina, la
psicologia, la psichiatria, l'informatica, offrire infine alla magia il
supporto per uno sviluppo imprenditoriale di vaste dimensioni, con un
movimento di cospicui capitali.
4. Nell'attuale temperie
culturale si riscontra un diffuso e malsano interesse per la sfera del
demoniaco al quale i mezzi di comunicazione sociale contribuiscono a
dare risonanza e supporto. D'altra parte in ampi settori della cultura
contemporanea viene spesso sottovalutata o negata la presenza e l'azione
di Satana nella storia e nella vita personale. Spesso si prende pretesto
dal linguaggio, immaginoso e mitico, di cui a volte si servono la
Scrittura, la Tradizione e la predicazione popolare, per rifiutare,
senza il necessario discernimento, insieme all'involucro verbale anche
il reale contenuto della Rivelazione e della dottrina della Chiesa.
LA VIGILANZA CRISTIANA
5. Il discepolo di Cristo, alla
luce del Vangelo e dell'insegnamento della Chiesa, crede che il Maligno
e i demoni esistono e agiscono nella storia personale e comunitaria
degli uomini. Il Vangelo, infatti, descrive l'opera di Gesù come una
lotta contro Satana (cf. Mc l, 23-28. 32-34. 39; 3, 22-30 e
passim). Anche la vita dei suoi discepoli comporta una battaglia che «non
è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e
le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli
spiriti del male» (Ef 6, 12).
6.
Gesù Cristo ha vinto Satana e
ha definitivamente spezzato il dominio dello spirito maligno (cf. Col
2, 15; Ef 1, 21; Ap 12, 7-12), egli è «il più forte»
che ha vinto «il forte» (cf. Lc 11, 22). Con la potenza dello
Spirito, santo e santificatore, continua incessantemente quest' opera
vittoriosa. In Lui vincitore anche noi abbiamo vinto. Per chi è
radicato in Cristo la paura del demonio, quale stato d'animo che
paralizza la vita e la rende cupa, non ha ragione di essere. La lotta
contro il male impegna incessantemente il credente, ma ormai non può più
costituire motivo di disperazione in quanto condotta nella certezza che
il male già è stato sconfitto e il suo potere è limitato. È
necessario invece un atteggiamento di continua vigilanza, secondo il
monito dell'apostolo Pietro: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro
nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi
divorare. Resistetegli saldi nella fede» (1 Pt 5, 8-9).
7. La vigilanza deve essere
esercitata soprattutto nei confronti dell'azione ordinaria di Satana,
con la quale egli continua a tentare gli uomini al male. Proprio la
tentazione è il pericolo più grave e dannoso in quanto si oppone
direttamente al disegno salvifico di Dio e all'edificazione del Regno.
Satana riesce a impadronirsi davvero dell' uomo in ciò che ha di più
intimo e prezioso quando questi, con atto libero e personale, si mette
in suo potere con il peccato. Per questo il credente vigila per non
essere ingannato e prega ogni giorno con le parole suggerite da Gesù:
«Padre, non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal Male» (Mt
6, 13).
Invece i fenomeni diabolici straordinari della possessione, dell'
ossessione, della vessazione e dell'infestazione sono possibili, ma di
fatto, a parere degli esperti, sono rari. Provocano certo grandi
sofferenze, ma di per sé non allontanano da Dio e non hanno la gravità
del peccato.
Sarebbe quindi da stolti prestare tanta attenzione all' eventuale
presenza del Maligno in alcuni fenomeni insoliti e non preoccuparsi
affatto della realtà quotidiana della tentazione e del peccato, in cui
Satana, «omicida fin dal principio» e «padre della menzogna» (Gv 8,
44), è sicuramente all'opera.
ATTENZIONI PASTORALI
8.
L'attuale diffusione delle
manifestazioni superstiziose, della magia e del satanismo richiede una
certa sollecitudine pastorale, a tener desta la quale può contribuire
la pubblicazione e l'uso adeguato del Rito stesso. A questo riguardo è
necessario da parte dei pastori d'anime:
- richiamare, con sapienza e
prudenza, i fedeli a non ricercare il sensazionale e ad evitare sia la
stolta credulità che vede interventi diabolici in ogni anomalia e
difficoltà, sia il razionalismo preconcetto che esclude a priori
qualsiasi ,forma di intervento del Maligno nel mondo;
- mettere in guardia i fedeli nei confronti di libri, programmi
televisivi, informazioni dei mezzi di comunicazione che a scopo di lucro
sfruttano il diffuso interesse per fenomeni insoliti o malsani;
- esortare i fedeli a non
ricorrere mai a coloro che praticano la magia o si professano detentori
di poteri occulti o medianici o presumono di aver ricevuto poteri
particolari. Nel dubbio circa la presenza di un influsso diabolico è
necessario rivolgersi prima di tutto al discernimento dei sacerdoti
esorcisti e ai sostegni di grazia offerti dalla Chiesa soprattutto nei
Sacramenti;
- presentare il significato autentico del linguaggio usato dalla Sacra
Scrittura e dalla Tradizione e far maturare nei cristiani un
atteggiamento corretto riguardo alla presenza e all'azione di Satana nel
mondo;
- ricordare nella catechesi e nella predicazione che la superstizione,
la magia e, a maggior ragione, il satanismo sono contrari alla dignità
e razionalità dell'uomo e alla fede in Dio Padre onnipotente e in Gesù
Cristo nostro Salvatore.
9.
La genuina vita cristiana è
abbandono fiducioso all'amore paterno e provvidente di Dio (cf. Lc 12,
22-31), obbedienza alla sua volontà (cf. Mt 6, 10). Si fonda sul
Battesimo, si alimenta con la lettura assidua della Parola di Dio e con
la frequente partecipazione all'Eucaristia; si restaura con il
sacramento della Riconciliazione; riceve ulteriore sostegno e
specificazione dagli altri sacramenti senza dimenticare infine i
sacramentali, riti di benedizione istituiti dalla Chiesa per lodare Dio
e invocare la sua protezione nelle diverse situazioni della vita.
Il discepolo di Cristo, per superare le difficoltà e realizzare
desideri e progetti onesti, unisce alla fiducia in Dio un impegno
previdente e responsabile, ricorrendo opportunamente ai mezzi messi a
disposizione dal progresso scientifico e tecnologico. Egli sa che la
fede cristiana è incompatibile con la superstizione, la magia ed il
satanismo, e che essa è invece la migliore alleata dell'impegno
responsabile dell'uomo.
IL RITO DELL'ESORCISMO
10.
Nella lotta contro Satana, la
Chiesa accompagna i fedeli con la preghiera e l'invocazione della
presenza efficace di Cristo. È questa del resto la tradizione pastorale
ordinaria della Chiesa che prevede Riti di esorcismo nella celebrazione
del Battesimo. Nei casi previsti, lo fa in modo specifico con il
sacramentale dell' esorcismo, mediante il quale chiede al Signore la
vittoria su Satana.
11. Ministro del Rito
dell'esorcismo è esclusivamente un sacerdote che per la sua pietà,
scienza, prudenza e integrità di vita sia ritenuto dall'Ordinario
idoneo a tale ministero e da lui espressamente autorizzato ad
esercitarlo.
12. Il sacerdote esorcista
procederà alla celebrazione dell'esorcismo nella forma imperativa solo
dopo aver raggiunto la certezza morale sulla reale possessione diabolica
del soggetto. Nel discernimento si servirà innanzitutto di criteri
tradizionalmente seguiti per individuare i casi di possessione diabolica
(cf. Premesse generali, n. 16) e potrà avvalersi del confronto
con sacerdoti esorcisti di consolidata esperienza e, in alcuni casi,
della consulenza di persone esperte di medicina e di psichiatria.
Di fronte a disturbi psichi ci o fisici di difficile interpretazione il
sacerdote non procederà al Rito dell'esorcismo maggiore, ma accoglierà
ugualmente le persone sofferenti con carità, le raccomanderà al
Signore e le inviterà a servirsi delle preghiere previste dal «Rito
degli esorcismi» per l'uso privato (cf. Appendice II, Preghiere ad
uso privato dei fedeli).
13. L'esorcismo deve svolgersi in
un clima di fede e di preghiera umile e fiduciosa, sì da evitare ogni
impressione di efficacia automatica: la liberazione dall'influsso
diabolico avviene se e quando Dio vuole. Se, come indicato al n. 35
delle Premesse, sono presenti anche alcuni fedeli, questi siano esortati
a pregare intensamente secondo quanto previsto dal Rito.
Molto opportunamente, in una visione di fede, il «Rito degli esorcismi»
dispone che la formula deprecativa o invocativa (nn. 61. 81. 83) sia
ritenuta prioritaria rispetto a quella imperativa (nn. 62. 82. 84). Esso
prescrive infatti: «L'esorcista dice la formula invocativa dell'
esorcismo maggiore. Se lo ritiene opportuno, aggiunga anche la formula
imperativa» (n. 60).
14. È conveniente che gli
esorcisti della stessa diocesi si incontrino qualche volta tra loro e
con il Vescovo, per condividere le loro esperienze e riflettere insieme.
Sembra opportuno che incontri analoghi si svolgano a volte anche a
livello interdiocesano e nazionale.
15. Il «Rito degli esorcismi»
propone nell'Appendice I (nn. 1-12) una serie di celebrazioni e
preghiere, diverse da quelle dell' esorcismo vero e proprio, che possono
essere usate dai fedeli, sia personalmente sia comunitariamente sotto la
guida di un sacerdote. È doveroso che i fratelli sofferenti siano
accompagnati dall'aiuto orante della comunità cristiana, ma in tali
incontri di preghiera deve essere accuratamente evitato ogni abuso e
ambiguità. Per questo è importante fare riferimento alle direttive
della Congregazione per la Dottrina della Fede nell' Istruzione circa
le preghiere per ottenere da Dio la guarigione.
16.
Nonostante la riservatezza con
cui è normalmente celebrato, il Rito dell'esorcismo non è un fatto
privato, ma un evento che riguarda tutta la comunità. L'esorcista
infatti è un membro della comunità, agisce in nome di Cristo e, in
nome della Chiesa, esercita un ministero specifico. Anche il fedele che
chiede l'esorcismo è un membro della comunità, uno di quei membri che
la comunità deve amare di un amore preferenziale: quando è in potere del Maligno, infatti,
egli è il più povero dei poveri, bisognoso di aiuto, di comprensione e
di consolazione.
Il ministero dell' esorcista perciò, oltre che di liberazione, è anche
un ministero di consolazione.
17. L'auspicio è che questo nuovo
libro liturgico, strumento prezioso per la preghiera e stimolo per una
illuminata azione pastorale, possa alimentare una vicinanza piena di
carità accanto a molte persone oppresse dalla sofferenza, in modo che
sia resa testimonianza alla presenza di Cristo Salvatore che ha vinto
ogni potere nemico della vita.
Roma, 17 maggio 200l
:::
CONGREGAZIONE
PER IL CULTO DIVINO
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
Prot. 1280/98/L
D
E C R E T O
Fin dai tempi antichi la Chiesa, fedele alla preghiera del Signore, ha
previsto, tra i Sacramentali, alcuni riti con i quali chiedere a Dio che
i fedeli fossero liberati da ogni pericolo e specialmente dalle insidie
del diavolo.
Inoltre nella Chiesa sono stati costituiti gli esorcisti perché,
imitando la carità di Cristo, liberassero i fedeli posseduti dal
Maligno e intimassero a nome di Dio ai demoni di stare lontani e non
nuocere alle creature umane.
Ai nostri giorni è sembrato opportuno rivedere le antiche norme,
preghiere e formule contenute nel titolo XII del Rituale Romano, perché
il rito rispondesse alle disposizioni della Costituzione Sacrosanctum
Concilium, specialmente al n. 79.
Questa Congregazione promulga ora il Rito rinnovato degli esorcismi,
approvato dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1998, che
dovrà essere usato al posto delle norme e delle formule contenute nel
titolo XII del Rituale Romano.
L'edizione latina potrà essere usata subito da coloro che ne hanno
diritto. Le Conferenze Episcopali ne curino le traduzioni in lingua
volgare e gli adattamenti a norma del diritto, e le propongano per la
conferma alla Sede Apostolica.
Nonostante qualsiasi cosa in contrario.
Dalla Sede della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei
Sacramenti, il 22 novembre 1998, nella solennità di Nostro Signore Gesù
Cristo re dell'universo.
GIORGIO
CARD. MEDINA
ESTÉVEZ
Prefetto
+ GERARDO
M.
AGNELLO
Segretario
|