Premesse
1312. Il tabernacolo
destinato alla custodia dell'Eucaristia ci richiama alla mente sia la
presenza del Signore, che deriva dal sacrificio della Messa, sia i
fratelli, che dobbiamo amare nella carità di Cristo. La Chiesa infatti
nel dispensare i sacri misteri ad essa affidati da Cristo Signore,
provvede anzitutto alla conservazione dell'Eucaristia per gli infermi e
i morenti. Questo cibo celeste, riposto e custodito nelle chiese, è
adorato dai fedeli.
1313. Il rito di questa
benedizione va sempre unito alla Messa.
1314. Nel rispetto della
struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
unito alla Messa
1315. La Messa si svolge come
al solito. Se le norme liturgiche lo consentono, opportunamente si
scelgono letture e orazioni dalla Messa «Della Santissima Eucaristia»
(«Messale Romano», pp. 839-840; «Lezionario per le Messe 'ad diversa'
e votive: Per la Santissima Eucaristia», pp. 400-435).
1316. Nell'omelia, dopo la
spiegazione della parola di Dio, si illustri ai fedeli il significato
del rito.
1317. Terminata la preghiera
universale, il sacerdote celebrante si reca presso il nuovo tabernacolo
e rivolto al popolo invita i fedeli alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche
momento in silenzio.
Poi il sacerdote celebrante,
con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Signore, Padre santo,
tu hai dato agli uomini il
vero pane del cielo:
benedici noi e questo
tabernacolo,
che abbiamo preparato per
custodire il sacramento
del corpo e sangue del tuo
Figlio;
fa' che adorando Cristo qui
presente
siamo intimamente associati
al mistero della redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1318. Quindi il sacerdote
celebrante, messo l'incenso nel turibolo incensa il nuovo tabernacolo.
1319. Poi la Messa prosegue
come al solito.
1320. Dopo la Comunione dei
fedeli, la pisside con il Santissimo Sacramento viene lasciata sulla
mensa dell'altare.
PROCESSIONE
1321. Detta l'orazione dopo
la Comunione, tenute presenti le circostanze e le esigenze della
celebrazione, si può svolgere, nel modo abituale, una processione con
il Santissimo Sacramento attraverso la chiesa fino alla cappella o al
luogo in cui è collocato il tabernacolo.
1322. Durante la processione
si può cantare l'antifona seguente con il suo salmo (vedi n. 2497), o
un altro canto eucaristico adatto.
Antifona:
Gustate e vedete com'è buono
il Signore.
Salmo 33, (34), 2-3 4-5 6-7
8-9 10-11
*1323. Se il tabernacolo è
situato in una cappella separata dall'aula della chiesa, la benedizione
del nuovo tabernacolo, se lo si ritiene opportuno, può essere fatta a
questo punto.
*1324.
Quando la processione
è giunta presso il tabernacolo, il sacerdote celebrante depone la
pisside su una mensa debitamente preparata e ornata. Quindi invita i
fedeli alla preghiera e prosegue come indicato sopra al n. 1317.
REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO
SACRAMENTO
1325. Quindi il sacerdote
celebrante depone nel tabernacolo la pisside, lasciando la porticina
aperta. Posto l'incenso nel turibolo incensa, genuflesso, il Santissimo
Sacramento. Dopo una sosta silenziosa di preghiera, la porticina viene
chiusa.
RITI DI CONCLUSIONE
1326. Il sacerdote
celebrante, dopo l'invito del diacono Inchinatevi per la benedizione
o
in altro modo adatto, stendendo le mani sui presenti, dice:
Dio onnipotente e
misericordioso,
che ha costituito il tempio
vivo e vero
nell'umanità del suo Figlio,
per il mistero adorabile
della sua morte e risurrezione,
vi colmi dei suoi beni.
R. Amen.
Cristo, che è asceso
visibilmente al cielo
per prepararci un posto nella
casa del Padre
e continua la sua presenza
invisibile
nel sacramento eucaristico,
medicina e viatico per le sue
membra inferme,
vi assista con la sua
protezione.
R. Amen.
Il Signore Gesù, presente
nell'Eucaristia,
diventi fonte di acqua viva
zampillante nella vita
eterna,
per tutti voi che davanti al
tabernacolo
meditate devotamente l'opera
del suo amore.
R. Amen.
E
la benedizione di Dio
onnipotente,
Padre e Figlio
X e Spirito
Santo,
discenda su di voi, e con voi
rimanga sempre.
R. Amen.
1327. Oppure pronunzia la
seguente preghiera sul popolo:
Accresci, o Padre, nel popolo
cristiano
l'esperienza della fede
e il gusto delle realtà
divine,
perché mentre riconosce e
venera l'amore del tuo Figlio,
vivente nell'Eucaristia,
attinga frutti sempre più
abbondanti
dal memoriale della nostra
salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
E la benedizione di Dio
onnipotente,
Padre e Figlio X e Spirito
Santo,
discenda su di voi, e con voi
rimanga sempre.
R. Amen.
1328. Se invece non si fa la
processione, detta l'orazione dopo la Comunione, se del caso si benedice
il tabernacolo (cfr nn 1323- 1324), quindi il sacerdote celebrante
depone la pisside nel tabernacolo e lascia la porticina aperta. Posto
l'incenso nel turibolo, incensa, genuflesso, il Santissimo Sacramento.
1329. Infine, dopo una sosta
di preghiera silenziosa, il sacerdote
celebrante chiude la porticina del tabernacolo e benedice il popolo
usando una delle formule sopra indicate ai nn. 1326-1327.
1330. Quindi si congeda il
popolo nel modo consueto.
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