43 - BENEDIZIONE DI UN
TABERNACOLO EUCARISTICO

 
Premesse

1312.
Il tabernacolo destinato alla custodia dell'Eucaristia ci richiama alla mente sia la presenza del Signore, che deriva dal sacrificio della Messa, sia i fratelli, che dobbiamo amare nella carità di Cristo. La Chiesa infatti nel dispensare i sacri misteri ad essa affidati da Cristo Signore, provvede anzitutto alla conservazione dell'Eucaristia per gli infermi e i morenti. Questo cibo celeste, riposto e custodito nelle chiese, è adorato dai fedeli.

1313. Il rito di questa benedizione va sempre unito alla Messa.

1314. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.

 

Rito della benedizione
unito alla Messa



1315.
La Messa si svolge come al solito. Se le norme liturgiche lo consentono, opportunamente si scelgono letture e orazioni dalla Messa «Della Santissima Eucaristia» («Messale Romano», pp. 839-840; «Lezionario per le Messe 'ad diversa' e votive: Per la Santissima Eucaristia», pp. 400-435).

1316.
Nell'omelia, dopo la spiegazione della parola di Dio, si illustri ai fedeli il significato del rito.

1317.
Terminata la preghiera universale, il sacerdote celebrante si reca presso il nuovo tabernacolo e rivolto al popolo invita i fedeli alla preghiera dicendo:

P
reghiamo.

Tutti pregano per qualche momento in silenzio.

Poi il sacerdote celebrante, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:

S
ignore, Padre santo, 
tu hai dato agli uomini il vero pane del cielo: 
benedici noi e questo tabernacolo, 
che abbiamo preparato per custodire il sacramento 
del corpo e sangue del tuo Figlio; 
fa' che adorando Cristo qui presente 
siamo intimamente associati al mistero della redenzione.


Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

1318.
Quindi il sacerdote celebrante, messo l'incenso nel turibolo incensa il nuovo tabernacolo.

1319.
Poi la Messa prosegue come al solito.

1320.
Dopo la Comunione dei fedeli, la pisside con il Santissimo Sacramento viene lasciata sulla mensa dell'altare.


PROCESSIONE

1321. Detta l'orazione dopo la Comunione, tenute presenti le circostanze e le esigenze della celebrazione, si può svolgere, nel modo abituale, una processione con il Santissimo Sacramento attraverso la chiesa fino alla cappella o al luogo in cui è collocato il tabernacolo.

1322.
Durante la processione si può cantare l'antifona seguente con il suo salmo (vedi n. 2497), o un altro canto eucaristico adatto.

Antifona: 

Gustate e vedete com'è buono il Signore.

Salmo 33, (34), 2-3 4-5 6-7 8-9 10-11

*1323. Se il tabernacolo è situato in una cappella separata dall'aula della chiesa, la benedizione del nuovo tabernacolo, se lo si ritiene opportuno, può essere fatta a questo punto.

*1324. Quando la processione è giunta presso il tabernacolo, il sacerdote celebrante depone la pisside su una mensa debitamente preparata e ornata. Quindi invita i fedeli alla preghiera e prosegue come indicato sopra al n. 1317.


REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

1325.
Quindi il sacerdote celebrante depone nel tabernacolo la pisside, lasciando la porticina aperta. Posto l'incenso nel turibolo incensa, genuflesso, il Santissimo Sacramento. Dopo una sosta silenziosa di preghiera, la porticina viene chiusa.


RITI DI CONCLUSIONE

1326. Il sacerdote celebrante, dopo l'invito del diacono Inchinatevi per la benedizione o in altro modo adatto, stendendo le mani sui presenti, dice:

Dio onnipotente e misericordioso, 
che ha costituito il tempio vivo e vero 
nell'umanità del suo Figlio, 
per il mistero adorabile della sua morte e risurrezione, 
vi colmi dei suoi beni.


R. Amen.

Cristo, che è asceso visibilmente al cielo 
per prepararci un posto nella casa del Padre 
e continua la sua presenza invisibile 
nel sacramento eucaristico, 
medicina e viatico per le sue membra inferme, 
vi assista con la sua protezione.


R. Amen.

Il Signore Gesù, presente nell'Eucaristia, 
diventi fonte di acqua viva 
zampillante nella vita eterna, 
per tutti voi che davanti al tabernacolo 
meditate devotamente l'opera del suo amore.


R. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente, 
Padre e Figlio 
X  e Spirito Santo, 
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

R. Amen.

1327.
Oppure pronunzia la seguente preghiera sul popolo:

Accresci, o Padre, nel popolo cristiano 
l'esperienza della fede 
e il gusto delle realtà divine, 
perché mentre riconosce e venera l'amore del tuo Figlio, 
vivente nell'Eucaristia, 
attinga frutti sempre più abbondanti 
dal memoriale della nostra salvezza.

Per Cristo nostro Signore.


R. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente, 
Padre e Figlio X
e Spirito Santo, 
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.


R. Amen.

1328.
Se invece non si fa la processione, detta l'orazione dopo la Comunione, se del caso si benedice il tabernacolo (cfr nn 1323- 1324), quindi il sacerdote celebrante depone la pisside nel tabernacolo e lascia la porticina aperta. Posto l'incenso nel turibolo, incensa, genuflesso, il Santissimo Sacramento.

1329.
Infine, dopo una sosta di preghiera silenziosa, il  sacerdote celebrante chiude la porticina del tabernacolo e benedice il popolo usando una delle formule sopra indicate ai nn. 1326-1327.

1330.
Quindi si congeda il popolo nel modo consueto.
  

 

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