Premesse
1287. Il calice e la patena,
che sono usati nella Messa per l'offerta, la consacrazione e la
comunione del pane e del vino, diventano vasi sacri in forza della loro
destinazione esclusiva e permanente alla celebrazione dell'Eucaristia.
1288. L'intenzione di
destinare questi vasi unicamente alla celebrazione dell'Eucaristia viene
manifestata dinanzi alla comunità dei fedeli con una particolare
benedizione. Tale benedizione viene lodevolmente impartita durante la
Messa.
l289. Qualunque sacerdote può
benedire il calice e la patena, purché l'uno e l'altra siano fatti
secondo le disposizioni date in «Principi e norme per l'uso del Messale
Romano», n. 290-2953.
1290. Nel rispetto della
struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi. Se si deve
benedire il calice o la patena soltanto, si adattino opportunamente i
testi.
1. Rito della benedizione
durante la Messa
LITURGIA DELLA PAROLA
1291. Nelle memorie
obbligatorie o facoltative, nelle ferie di Avvento fino al 16 dicembre,
nelle ferie del Tempo di Natale e di Pasqua, escluse le relative Ottave
e nelle ferie del Tempo Ordinario, una o due letture si possono prendere
tra quelle proprie come indicato ai nn. 1302-1303 e nel «Lezionario per
le Messe rituali», pp. 665-672.
1292. Dopo la lettura della
parola di Dio si tiene l'omelia; in essa il sacerdote celebrante spiega
le letture bibliche e il significato della benedizione del calice e
della patena usati nella celebrazione della cena del Signore.
PRESENTAZIONE DEL CALICE E
DELLA PATENA
1293. Terminata la preghiera
universale o dei fedeli, i ministri o alcuni rappresentanti della
comunità che offre il calice e la patena, collocano l'uno e l'altra
sull'altare. Quindi il sacerdote celebrante si reca all'altare, mentre
si canta l'antifona seguente o un altro canto adatto.
Antifona:
Alzerò il calice della
salvezza;
Sal 115,13
invocherò il nome del
Signore.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1294. Quindi il sacerdote
celebrante dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche
momento in silenzio.
Poi il sacerdote celebrante
prosegue dicendo:
Sul tuo altare, Dio nostro
Padre,
poniamo con gioia il calice e
la patena
per il sacrificio della nuova
alleanza;
il corpo e il sangue del tuo
Figlio,
che in essi offriamo e
riceviamo,
li santifichi per il servizio
liturgico.
Fa', o Signore, che nella
celebrazione eucaristica
comunicando qui in terra ai
tuoi misteri,
otteniamo il dono del tuo
Spirito
in attesa di partecipare al
convito dei santi
nel regno dei cieli.
A te gloria e onore in
eterno.
R.
Benedetto nei secoli il
Signore.
LITURGIA EUCARISTICA
1295.
I ministri dispongono
sull'altare il corporale. Alcuni fedeli recano il pane, il vino e
l'acqua per la celebrazione del sacrificio del Signore. Il sacerdote
celebrante mette il pane sulla patena il vino e l'acqua nel calice e fa
l'offertorio nel modo solito, mentre opportunamente si canta l'antifona
seguente con il suo salmo (vedi n.
2503), o un altro canto adatto.
Antifona:
Alzerò il calice della
salvezza;
Cfr Sal 115, 13.17
offrirò il sacrificio della
lode.
Salmo 115 (116).
1296.
Detta la preghiera
Umili e pentiti,
opportunamente il sacerdote celebrante incensa i doni e
l'altare.
1297.
Tenute presenti le
circostanze e le modalità della celebrazione, è bene che i fedeli
ricevano il sangue di Cristo dal calice poco prima benedetto.
2. Rito della benedizione
senza la Messa
INIZIO
1298. Quando tutti sono
riuniti si esegue il Salmo 115 (116) con la sua antifona (cfr n.
1295) o
un altro canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi tutti si
fanno il segno della croce mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1299. Il sacerdote saluta i
presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura.
La grazia del Signore nostro
Gesù Cristo,
che ha offerto il corpo e il
sangue
per la nostra salvezza,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito
Santo
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1300. Il sacerdote, o un
altro ministro idoneo, introduce il rito benedizione con queste parole o
altre simili:
Patena e calice sono preziose
suppellettili, che servono all'offerta sacrificale e al convito
eucaristico; perciò sono tolte da ogni uso profano e riservate al culto
di Dio.
Il rito di benedizione,
richiamando questa realtà, ci invita a unirci a Cristo nella donazione
al Padre per la redenzione del mondo.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1301. Un lettore o uno dei
presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura (vedi anche
«Lezionario per le Messe rituali», pp. 665-672):
1 Cor 10, 16-17
Il calice che benediciamo e
il pane che spezziamo sono comunione con Cristo.
Ascoltate la parola di Dio
dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
I calice della benedizione
che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E
il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di
Cristo? poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un
corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane.
1302. Oppure (per esteso vedi
a p. 952 ss.):
1 Cor 11,23-26
Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue.
Mt 20,20-28
Voi berrete il mio calice.
Mc 14,12-16.22-26
Prese il calice e rese
grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
RESPONSORIO
1303. Secondo l'opportunità
si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso vedi a p.
989 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 15 (16),5.8 9-10 11
R. Il Signore è la mia parte
di eredità e mio calice.
Sal 22 (23),1-3 4 5 6
R. Davanti a me, Signore,
prepari una mensa
e il mio calice trabocca.
BREVE ESORTAZIONE
1304. Secondo l'opportunità,
il sacerdote rivolge ai presenti brevi parole illustrando la lettura
biblica e il significato della benedizione del calice e della patena
usati nella celebrazione della cena del Signore.
Breve silenzio.
PRESENTAZIONE DEL CALICE E
DELLA PATENA
1305. Quindi i ministri o
alcuni rappresentanti della comunità che offre il calice e la patena,
collocano l'uno e l'altra sull'altare.
Quindi il sacerdote si reca
all'altare.
Nel frattempo si canta
l'antifona seguente o un altro canto adatto.
Antifona:
Alzerò il calice della
salvezza;
Sal 115, 13
invocherò il nome del
Signore.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1306. Quindi il sacerdote
dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche
momento in silenzio.
Poi il sacerdote, con le
braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Dio nostro Padre,
guarda con bontà i tuoi
figli
che hanno posto con gioia
sull'altare
la patena e il calice,
destinati per il sacrificio
della nuova alleanza;
li santifichi, Signore, la
tua
X
benedizione.
Il tuo popolo, nella
celebrazione eucaristica, comunichi qui in terra ai
tuoi misteri
e ottenga il dono dello
Spirito
in attesa di partecipare al
convito dei santi
nel regno dei cieli.
A te gloria e onore in
eterno.
R.
Benedetto nei secoli il
Signore.
PREGHIERA DEI FEDELI
1307.
Segue la preghiera
comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari
situazioni di persone o necessità del mento.
Il Signore Gesù offre
continuamente se stesso alla sua Chiesa come pane di vita e calice di
salvezza. Rivolgiamo a lui la nostra unanime preghiera.
R.
Signore Gesù, pane del
cielo, donaci la vita eterna.
Redentore dell'uomo,
che obbediente alla volontà
del Padre
hai voluto il calice della
passione
per la nostra salvezza,
fa' che noi, partecipando al
mistero della sua morte,
possediamo il regno dei
cieli.
R.
sacerdote dell'Altissimo,
presente e nascosto nel
sacramento dell'altare,
fa' che ti vediamo con gli
occhi della fede.
R.
Pastore buono,
che ti fai cibo e bevanda per
i tuoi discepoli,
la mensa eucaristica
ci trasformi in testimoni del
Vangelo.
R.
Agnello di Dio,
che hai comandato alla tua
Chiesa
di celebrare il mistero
pasquale,
fa' che il memoriale della
tua passione e risurrezione
sia culmine e fonte della
nostra vita nello Spirito.
R.
Figlio di Dio,
che in modo mirabile
con il pane della vita e il
calice della salvezza
soddisfi la fame e la sete di
te,
fa' che attingiamo dal
mistero eucaristico
l'amore per te e per tutti
gli uomini.
R.
1308.
Il sacerdote introduce
la preghiera del Signore con queste parole o altre simili:
E
ora eleviamo la nostra
preghiera al Padre
con le parole di Cristo,
che sul legno della croce
e nella piena adesione alla
volontà del Padre,
divenne mediatore della Nuova
Alleanza.
Segue la preghiera del
Signore:
Padre nostro.
1309.
Quindi il sacerdote
prosegue:
O
Padre,
che nella morte e
risurrezione del tuo Figlio
hai redento tutti gli uomini,
custodisci in noi l'opera
della tua misericordia,
perché nell'assidua
celebrazione del mistero pasquale
riceviamo i frutti della
nostra salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
CONCLUSIONE
1310.
Il sacerdote benedice i
presenti nel modo solito.
1311.
Un canto corale può
chiudere la celebrazione.
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